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DOMENICA 7 SETTEMBRE ORE 21
Francia/Inghilterra 50’ - Prima regionale - Spettacolo in inglese sovratitolato in italiano
Il grande inquisitore
tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij
adattato da Marie Hélène Estienne
diretto da Peter Brook
luci Philippe Vialatte
con Bruce Myers
assistente Ivanka Polchenko
L'azione si svolge in Spagna, a Siviglia, durante il periodo più buio dell’ Inquisizione, quando ogni giorno venivano accesi roghi e in autodafé gli eretici venivano bruciati.
Cristo torna tra gli uomini …
"… e in quel momento, il cardinale Grande Inquisitore attraversa la piazza. E’ un uomo vecchio, quasi novantenne, il viso avvizzito, gli occhi infossati accesi di una luce sinistra. Lo indica con un dito, ordinando alle guardie di prenderLo. Le guardie lo catturano e in un silenzio mortale lo portano via. E allora , la folla si inginocchia davanti al Grande Inquisitore, che la benedice senza dire una parola e continua per la sua strada. Il prigioniero è condotto nell’oscuro palazzo del Sant'Uffizio e chiuso in una stretta cella a volta…"
Da " Il Grande Inquisitore" tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij la straordinaria interpretazione di Bruce Myers, diretto da Peter Brook, rivisita in forma di reading lo spettacolo che dal 2007 è in tour nei maggiori teatri del mondo.
"Trasformare questo testo in un’opera teatrale convincente non è facile. [..] Il discorso pronunciato dall’Inquisitore deve essere attualizzato. E questo avviene grazie a tutta la performance. Nella magistrale regia di Peter Brook,
con l’adattamento teso e mordace di Marie Hélène Estienne, Bruce Myers, collaboratore di lunga data di Brook, raggiunge una chiarezza di interpretazione tale da rendere la storia interamente contemporanea pur conservando il suo status di racconto molto elaborato. La chiave, come spesso accade nelle opere dirette da Peter Brook, è la semplicità.[..] Il principio estetico della piece è che: meno è meglio è. Il silenzio del Cristo, appena l’Inquisitore lo
informa che l’umanità è troppo debole per la libertà nonostante Egli abbia cercato di diffonderla, e che la Chiesa ha da tempo affidato la sua fedeltà a Satana, dice molto di più di un fiume di parole.
Lo stesso metodo minimalista determina la performance ipnotica di Myers. È un maestro della parsimonia. Si trasforma da narratore a cardinale con il semplice gesto di abbottonarsi il lungo cappotto nero, trasformandolo subito in una tonaca. Il suo viso scarno, con la barba grigia gli permette di diventare l’Inquisitore novantenne senza il minimo cenno di "uomo vecchio". Ha una serenità nello sguardo che enfatizza anche la minima espressione emotiva. La sua voce ha un tono assolutamente controllato, tale da rendere monumentale qualsiasi aumento di tono. Si muove con una precisione che ogni gesto acquisisce una portata cinematografica. A differenza di tanti altri spettacoli con un attore, non vi è alcun consapevole tentativo di compiere "un tour-de-force".
Fintan O’Toole in The Irish Times; 12 Ottobre 2007.
Sarà un doppio appuntamento quello con Bruce Myers al Globo Teatro Festival: oltre allo spettacolo Il grande Inquisitore programmato nella sezione estiva del Festival, Bruce Myers dirige il Workshop per attori Playing Shakespeare
Bruce Myers
Nato in Inghilterra, Bruce Myers studia alla Royal Academy of Drama Art a Londra prima di lavorare al Liverpool Everyman. Nel 1968 entra a far parte della Royal Shakespeare Company, che lascia nel 1970 per aderire al Centro Internazionale di Ricerca Teatrale fondato a Parigi da Peter Brook. Prende parte a tutte le produzioni teatrali del Centro. Seguirono tournée memorabili: Iran, con "Orghast" per il Festival di Shiraz; attraversando l'Africa, da Algeri a Lagos; un lungo soggiorno in California con il Teatro Campesino di Luis Valdez seguito da vari workshop a New York, alla Brooklyn Academy of Music. Diventa membro del CICT (Centro Internazionale di creazione teatrale), fondato da Peter Brook nel 1974. Partecipa a quasi tutte le produzioni realizzate dal Theatre Bouffes du Nord: "Timon of Athens", "The Iks", "Ubu aux Bouffes", "Measure for Measure", "The Conference of the Birds", "The Mahabharata", "The Tempest", "The Man Who", "Je suis un phenomena", "Hamlet" e "Tierno Bokar".
Per quasi tre anni, dal 2005 al 2008, porta in tour per il mondo il monologo diretto da Peter Brook: "Il Grande Inquisitore" (tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij) e nel 2009 "L'amore è il Mio Peccato" diretto da Peter Brook. Al Teatro Nazionale di Londra veste i panni di: George Soros in "The Power of Yes" (2009); Tiresia in "Benvenuti a Tebe" (2010), una nuova commedia di Moira Buffini diretta da Sir Richard Eyre; Marango in "The Kitchen" di Arnold Wesker con la regia di Bijan Sheibani (2011). Ha diretto "The Well of the Saints" nel 1992
Filmografia
Ricopre il ruolo di Krishna nella versione cinematografica di "The Mahabharata". Appare in "Présumé dangereux" (1990) di Georges Lautner, "Disparus" (1998) di Gilles Bourdos e in tre film di Michel Deville "Eaux profondes" (1981), "Toutes peines confondues" (1992) e "Un monde presque paisible" (1997). Partecipa a due film di Philip Kaufman: "L'insostenibile leggerezza dell'essere" (1987) e "Henry & June" (1990). Da molti anni Bruce Myers dirige workshop con studenti e giovani attori. Gli ultimi progetti hanno avuto luogo a Roma, Torino e Viareggio. Nel 1980 gli è stato assegnato un Obie e il premio Time (1986) per il suo "Dybbuk"; nel 1991 è stato nominato Cavaliere delle Arti e della Letteratura.