Discorso SS August Eigruber - 27 giugno 1941, citato in un rapporto dei servizi segreti americani:
"Chiedi a Mauthausen, vicino al Danubio: lì c'è un grande campo di concentramento. Ci sono 6.000 spagnoli rossi, quei rivoluzionari spagnoli che si alzarono contro il fascista, Franco, e che hanno combattuto contro la Spagna per una Spagna sovietica e combatterono con le armi della Russia sovietica. E quando la Spagna fu sconfitta e Franco vinse, si esiliarono in Francia, e quando occupammo la Francia l'anno scorso, Mr. Pétain ci ha dato quei 6.000 rossi spagnoli e ha dichiarato "non ne ho bisogno, non li voglio." Abbiamo offerto questi 6.000 spagnoli al capo di stato di Franco, il caudillo spagnolo. Ha rifiutato e ha dichiarato che non ammetterà mai questi spagnoli rossi che lottarono per una Spagna sovietica. Poi abbiamo offerto i 6.000 spagnoli rossi a Stalin e alla Russia sovietica, perché sono combattenti di una rivoluzione mondiale, e il signor Stalin con il suo Comintern non li accettò. Ora sono stabili a Mauthausen questi 6000 combattenti rossi, lavoratori di fabbrica; sono lì per sempre. Alla fine non si può iniziare una colonia spagnola. Non possiamo stabilirli in Nowhere. Cosa dovremmo fare?".
MAUTHAUSEN è il posto giusto. Duecentomila prigionieri di tutte le nazionalità europee. Più della metà morirono.
Questa è la storia di alcune fotografie. Queste immagini mostrano l'orrore.
Questa è la storia dei deportati spagnoli che riuscirono a portare i negativi fuori del Campo di Mauthausen e fecero si che quelle foto tradissero l'orrore e i suoi colpevoli.
E la musica, per favore. Quelle bande musicali, quelle orchestrine che precedevano chi doveva essere impiccato o fucilato. Quei clarinettisti, quei violinisti, un suono di fisarmonica gioiosa e felice. Musica in ogni momento: per ricevere chi era appena sceso da quel carro bestiame che chiamavano treno e per salutare coloro che andavano, inconsapevolmente, alla camera a gas.
A Natale 1942 gli spagnoli internati riuscirono, per la prima e unica volta nella storia dei campi, ad ottenere l'autorizzazione a rappresentare il teatro. Sapevano che, per sopravvivere, non avevano altre armi che il loro senso morale e l'umorismo. Non scelsero per i loro spettacoli un gran testo, non una tragedia universale, no. I deportati spagnoli di Mauthausen rappresentarono una rivista musicale, piena di suripantas, vicetiples, parrucche bionde realizzate con trucioli di legno.
“La storia delle fotografie. Il teatro e la musica. Sette attori e tre musicisti. C'è un realismo asciutto e coinciso per raccontare come questi spagnoli hanno fatto uscire queste fotografie del campo, un intrigo, una storia drammatica intrisa di preoccupazioni, paura, rivalità, eroismo. E c'è un espressionismo selvaggio, quasi delirante in questa rivista musicale la cui destinazione finale è lo spettatore dei nostri giorni, costretto a confrontarsi con l'orrore senza nome dei campi di concentramento”.
“Mi ha commosso questa profondamente umana e magnifica opera di Mariano Llorente e Laila Ripoll. Ero già a conoscenza dell'impresa di Francesc Boix e Antonio Garcia nel campo di sterminio di Mauthausen, nel riuscire a salvare quelle fotografie che poi sono state cruciali per incriminare, a Norimberga, alcuni dei più grandi responsabili diretti di quelle atrocità quasi senza precedenti nella storia della nostra specie. Ma una cosa è "essere consapevoli", che sembra suonare molto distante, e un'altra cosa, differente, è avere il privilegio di assistere ad una prestazione teatrale cosi ben pensata, orchestrata e montata come questa, con attori straordinari. Credo che chiunque l'abbia vista - o meglio vissuta – non la dimenticherà. Se fosse per me, si dovrebbe portare in ogni angolo della Spagna, di questa Spagna che ancora non ha affrontato la vergogna del proprio Olocausto. I miei complimenti agli autori, al cast e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile lo spettacolo El Triángulo Azul”.
Ian Gibson, hispanista
"Non potrei essere più positiva nella valutazione dell’ esecuzione pubblica di "El Triangulo Azúl”. I suoi silenzi e i suoi applausi hanno significato un omaggio ai repubblicani deportati nei campi nazisti, uomini e donne che soffrirono nei campi del Reich una condizione di combattenti antifascisti, nemici di Franco e, quindi anche di Hitler. Dalla drammatizzazione, l’interpretazione degli autori e degli attori hanno contribuito a integrare Mauthausen, il campo emblema della deportazione repubblicana, nella storia del nostro paese; storia negata, distorta e falsificata da parte del lungo regime dittatoriale, e del quale ancora si soffrono le conseguenze, privando alla resistenza antifascista spagnola l'inclusione nel nostro bagaglio culturale, un’inclusione già operata nella maggior parte dei paesi europei.
Sarcasmo, impegno, solidarietà e tutta una vasta gamma di strategie di sopravvivenza dei repubblicani condotti nei campi di sterminio, così come le disquisizioni intorno alla colpa e alle responsabilità dei carnefici, portano lo spettatore a riflettere sulla condizione umana e la sua capacità di esercitare il bene o il male. "
Rosa Toran, storica. Amical Mauthausen e altri campi
Trenta rappresentazioni nella sala Francisco Nieva del Centro Dramático Nacional a Madrid, con una media di oltre l'85% di presenze. El Triangulo Azúl ha vinto i ponti di Maggio, la championse la finale di campionato.
Tutte le rappresentazioni si sono colcluse con il pubblico in piedi. Minuti di applausi e di ovazioni. Le ultime settimane "Tutto esaurito".
El Triangulo Azúl in Spagna è diventato un vero e proprio fenomeno al di là del teatro. Un vero successo sociologico.