El triangulo Azul - GLOBO TEATRO FESTIVAL

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Spettacoli

DOMENICA 15 FEBBRAIO ORE 20.30 
Teatro Francesco Cilea
Spettacolo in spagnolo sovratitolato in italiano
Spagna 130’ - Prima Nazionale 

EL TRIÁNGULO AZUL
di Laila Ripoll e Mariano Llorente
regia Laila Ripoll
con Manuel Agredano La Begún, Elisabeh Altube Oana, Marcos León Paco, Mariano Llorente Brettmeier, Paco Obregón Paul Ricken, José Luis Patiño Toni, Jorge Varandela Jacinto
Musicisti Carlos Blázquez clarinetto, percussioni; Carlos Gonzalvo violino, percussioni; David Sanz fisarmonica, piano, percussioni.
Costumi Almudena Rodríguez Huertas
Scenografia Arturo Martín Burgos
Disegno Luci Luis Perdiguero
Musica Pedro Esparza
Video Alvaro Luna
Suono David Roldán
Aiuto regia Héctor Del Saz
Direzione tecnica Antonio Verdú
Distribuzione Joseba García (Apriori)
Produzione Micomicón - Centro Dramático Nacional (Spagna)

Età consigliata dai quattordici anni
El triangulo azúl è diventato un vero e proprio fenomeno al di là del teatro. Un vero successo sociologico.
 
Gli spagnoli furono i primi ad entrare nel campo di concentramento di Mauthausen e gli ultimi ad uscirne. Nessun governo si preoccupò di loro, nessuno volle sapere se erano vivi o morti, dovevano portare il distintivo blu, l'apolide, perché il governo di Franco così decise. Ma grazie al coraggio di questi giovani spagnoli, le immagini impresse in alcune fotografie che servirono durante i processi successivi come prova degli orrori perpetuati, furono fatte uscire dal campo. Settemila spagnoli passarono per Mauthausen. I sopravvissuti non arrivarono a duemila…
 
Lo spettacolo El Triángulo Azul è un angosciante cabaret grottesco che riaffiora nei ricordi di un sergente nazista, capo del laboratorio di identificazione fotografica. Egli guarda al passato per cercare di spiegare ai suoi figli l'inspiegabile: lo sterminio organizzato di milioni di esseri umani, uno dei più terribili mai realizzato. I suoi ricordi si basano sulla rischiosa avventura di quegli spagnoli che riuscirono a salvare quelle fotografie che servirono ad incriminare vari leader nazisti nei processi di Norimberga, e sulla storia di un gruppo di spagnoli internati che ebbe la forza di chiedere l'autorizzazione, in quell'inferno, di realizzare una rivista musicale: vedremo il crematorio, il camino, la scalinata di 186 gradini, la recinzione elettrificata attraverso un numero di zarzuela, un paso doble, una habanera, un chotis. E vedremo la violenza implacabile dei capricci di Goya e il sogno della morte di Quevedo mischiarsi in una travolgente simbiosi con la violenza e la morte del campo di sterminio, quello stesso campo dove questi spagnoli, senza arrendersi, cercarono di incontrare una speranza di vita attraverso il buon umore dando un esempio di coraggio e solidarietà.

Foto dello spettacolo
 


Discorso SS August Eigruber - 27 giugno 1941, citato in un rapporto dei servizi segreti americani:
 
"Chiedi a Mauthausen, vicino al Danubio: lì c'è un grande campo di concentramento. Ci sono 6.000 spagnoli rossi, quei rivoluzionari spagnoli che si alzarono contro il fascista, Franco, e che hanno combattuto contro la Spagna per una Spagna sovietica e combatterono con le armi della Russia sovietica. E quando la Spagna fu sconfitta e Franco vinse, si esiliarono in Francia, e quando occupammo la Francia l'anno scorso, Mr. Pétain ci ha dato quei 6.000 rossi spagnoli e ha dichiarato "non ne ho bisogno, non li voglio." Abbiamo offerto questi 6.000 spagnoli al capo di stato di Franco, il caudillo spagnolo. Ha rifiutato e ha dichiarato che non ammetterà mai questi spagnoli rossi che lottarono per una Spagna sovietica. Poi abbiamo offerto i 6.000 spagnoli rossi a Stalin e alla Russia sovietica, perché sono combattenti di una rivoluzione mondiale, e il signor Stalin con il suo Comintern non li accettò. Ora sono stabili a Mauthausen questi 6000 combattenti rossi, lavoratori di fabbrica; sono lì per sempre. Alla fine non si può iniziare una colonia spagnola. Non possiamo stabilirli in Nowhere. Cosa dovremmo fare?".
 
MAUTHAUSEN è il posto giusto. Duecentomila prigionieri di tutte le nazionalità europee. Più della metà morirono.
 
Questa è la storia di alcune fotografie. Queste immagini mostrano l'orrore.
Questa è la storia dei deportati spagnoli che riuscirono a portare i negativi fuori del Campo di Mauthausen e fecero si che quelle foto tradissero l'orrore e i suoi colpevoli.
E la musica, per favore. Quelle bande musicali, quelle orchestrine che precedevano chi doveva essere impiccato o fucilato. Quei clarinettisti, quei violinisti, un suono di fisarmonica gioiosa e felice. Musica in ogni momento: per ricevere chi era appena sceso da quel carro bestiame che chiamavano treno e per salutare coloro che andavano, inconsapevolmente, alla camera a gas.
 
A Natale 1942 gli spagnoli internati riuscirono, per la prima e unica volta nella storia dei campi, ad ottenere l'autorizzazione a rappresentare il teatro. Sapevano che, per sopravvivere, non avevano altre armi che il loro senso morale e l'umorismo. Non scelsero per i loro spettacoli un gran testo, non una tragedia universale, no. I deportati spagnoli di Mauthausen rappresentarono una rivista musicale, piena di suripantas, vicetiples, parrucche bionde realizzate con trucioli di legno.
 
“La storia delle fotografie. Il teatro e la musica. Sette attori e tre musicisti. C'è un realismo asciutto e coinciso per raccontare come questi spagnoli hanno fatto uscire queste fotografie del campo, un intrigo, una storia drammatica intrisa di preoccupazioni, paura, rivalità, eroismo. E c'è un espressionismo selvaggio, quasi delirante in questa rivista musicale la cui destinazione finale è lo spettatore dei nostri giorni, costretto a confrontarsi con l'orrore senza nome dei campi di concentramento”.
 
“Mi ha commosso questa profondamente umana e magnifica opera di Mariano Llorente e Laila Ripoll. Ero già a conoscenza dell'impresa di Francesc Boix e Antonio Garcia nel campo di sterminio di Mauthausen, nel riuscire a salvare quelle fotografie che poi sono state cruciali per incriminare, a Norimberga, alcuni dei più grandi responsabili diretti di quelle atrocità quasi senza precedenti nella storia della nostra specie. Ma una cosa è "essere consapevoli", che sembra suonare molto distante, e un'altra cosa, differente, è avere il privilegio di assistere ad una prestazione teatrale cosi ben pensata, orchestrata e montata come questa, con attori straordinari. Credo che chiunque l'abbia vista - o meglio vissuta – non la dimenticherà. Se fosse per me, si dovrebbe portare in ogni angolo della Spagna, di questa Spagna che ancora non ha affrontato la vergogna del proprio Olocausto. I miei complimenti agli autori, al cast e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile lo spettacolo El Triángulo Azul”.
Ian Gibson, hispanista
 
"Non potrei essere più positiva nella valutazione dell’ esecuzione pubblica di "El Triangulo Azúl”. I suoi silenzi e i suoi applausi hanno significato un omaggio ai repubblicani deportati nei campi nazisti, uomini e donne che soffrirono nei campi del Reich una condizione di combattenti antifascisti, nemici di Franco e, quindi anche di Hitler. Dalla drammatizzazione, l’interpretazione degli autori e degli attori hanno contribuito a integrare Mauthausen, il campo emblema della deportazione repubblicana, nella storia del nostro paese; storia negata, distorta e falsificata da parte del lungo regime dittatoriale, e del quale ancora si soffrono le conseguenze, privando alla resistenza antifascista spagnola l'inclusione nel nostro bagaglio culturale, un’inclusione già operata nella maggior parte dei paesi europei.
Sarcasmo, impegno, solidarietà e tutta una vasta gamma di strategie di sopravvivenza dei repubblicani condotti nei campi di sterminio, così come le disquisizioni intorno alla colpa e alle responsabilità dei carnefici, portano lo spettatore a riflettere sulla condizione umana e la sua capacità di esercitare il bene o il male. "
Rosa Toran, storica. Amical Mauthausen e altri campi
 
Trenta rappresentazioni nella sala Francisco Nieva del Centro Dramático Nacional a Madrid, con una media di oltre l'85% di presenze. El Triangulo Azúl ha vinto i ponti di Maggio, la championse la finale di campionato.
Tutte le rappresentazioni si sono colcluse con il pubblico in piedi. Minuti di applausi e di ovazioni. Le ultime settimane "Tutto esaurito".
El Triangulo Azúl in Spagna è diventato un vero e proprio fenomeno al di là del teatro. Un vero successo sociologico.
 
 
 
 
 
 

 
 
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