Frida Kahlo - GLOBO TEATRO FESTIVAL

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Spettacoli

Domenica 08 Marzo ore 20.30
Galleria Palazzo San Giorgio
Italia 60'

FRIDA KAHLO: IO SONO UNA DONNA D'ACQUA
di Donatella Venuti
con Donatella Venuti
contrabbasso  Francesco Cannizzaro
musiche di Francesco Cannizzaro

“Gran parte della vita è una preparazione a qualcosa che non accade”
Leggere L’incantesimo di Frida K. è come camminare su una corda tesa sopra gli abissi dell’inconscio.” Janet Fitch, autrice di “Oleandro bianco”

Ho immaginato un viaggio dentro la mente di F.K. Personalità complessa, icona di un’epoca, simbolo per eccellenza di femminilità trasgressiva, di sofferenza fisica e spirituale che si traduce in arte.
Nulla mi è sembrato più provocatorio e dirompente come porsi in prima persona a svelare ad una ad una le carte segrete della sua psiche. Come a voler dire: sì, questa sono io! Dovete prendere tutto se è vero che mi amate, la bellezza dei miei quadri e l’orrore del mio corpo che si gretola! Mai una scrittrice contemporanea ha incontrato tanta affinità elettiva con la sua musa ispiratrice, da vestire i panni dell’artista come se parlasse delle proprie emozioni più recondite. L’andamento monologante e autobiografico ha favorito l’identificazione in un percorso senza ritorno, scoprendo i segni di un dolore radicato e profondo che travalica la persona stessa e affida all’arte la sola immagine di sé.

 


L’ultimo viaggio di Frida è un incantesimo sconvolgente che rapisce la mente e conduce in una zona morta tra i colori dei suoi quadri, i sogni e i desideri di una esistenza possibile ma impossibilitata dai limiti fisici, l’amore ingordo per la vita stessa, il desiderio di maternità, dove il dolore diventa creazione, visioni allucinate di una realtà parallela, abbagliata dalla luce della verità. “La conoscenza è un’illuminazione che brucia. È l’essenza del genio e dell’afflizione.”
Sfrontata, volitiva fino allo spasimo, Frida sopporta le ferite del corpo (per una malattia infantile e per un terribile incidente a 17 anni) e dell’anima con  ferma tenacia, scegliendo di trascendere ogni limite. “Ho sfidato la forza di gravità. Sarei dovuta morire sul ciglio della strada come un cane sterile, una cagna investita da un tram, sarei dovuta morire all’ombra straripante di Diego tra le sue secche e le sue correnti, le sue barriere coralline insanguinate”. Ma Frida è una donna d’acqua, capace di navigare nei porti minati di Diego. “Nella pioggia sono nata e nella pioggia morirò”. È l’intro di uno spettacolo che cerca  la sua memoria e i suoi accordi tra la poesia della parola e la musica dal vivo del contrabbasso che interagisce con la recitazione. Come due attori/interpreti dell’universo poetico di Frida, attrice e musicista hanno scelto di narrare quest’ultimo viaggio, quello preparatorio alla Grande Festa, un dolce commiato pieno “di rumore e di furore”, di rimpianto e d’amore dalla terra del dolore. Suoni e parole si mimetizzano ed entrano in conflitto in un costante equilibrio musicale di momenti e sospensioni magiche, tensioni e cadute libere e le immagini sul fondo completano il cerchio. La musica nella sua struttura è per me un tappeto drammaturgico sonoro che offre le stazioni di questo itinerario nella mente d’artista  e mi permette di vivere le emozioni come un flusso di impeti e intuizioni che Frida mi trasmette; la musica è Alter/Ego e compagno di viaggio. E l’immagine finale si sofferma su una giovane donna nuova che sta bene, può vivere una vita normale, sente la musica, guida, usa i tacchi a spillo, affonda i piedi nella nuda terra e sente le vibrazioni dei suoni attraverso la sua pelle in sintonia con la natura. Diego R. il suo unico grande amore le somministra come un dono di nozze l’ultima dose letale di droga e il gesto d’amore concilia definitivamente gli amanti smarriti nel sogno della bellezza. 
Donatella Venuti

Donatella Venuti
Attrice, regista e autrice teatrale. Fonda la compagnia “Teatro di Morman” (1994) con cui rappresenta  a Tao-Arte  lo spettacolo “Scirocco”  da lei scritto, liberamente ispirato al romanzo "La stanza dello scirocco" di Domenico Campana ". Dirige “Il pellicano” di Strindberg; “Il Malato Immaginario” di Molière, “I parenti terribili” di J. Cocteau; “Le Epoche” di B. Joppolo, “Mediterraneo, o il silenzio delle sirene” un viaggio in poesia e musica,  tratto da Kafka, Pessoa, Consolo, Lucio Piccolo. Oltre ad aver curato la riduzione teatrale di romanzi e racconti scrive testi teatrali tra cui “Gli Intrusi” ispirato a “Le serve” di Jean Genet, di ambientazione contemporanea siciliana. Scrive, dirige e interpreta  “Ritratti, anche le iene sono fotogeniche”; “Shakespeare in salsa rosa”; “Notti Bianche” da “Le notti bianche” di F. Dostoevskij. “Donne in nero: l’Attesa”: scritto nel 2002 è un dramma sul terrorismo in Afganistan, vissuto al femminile; “Lamicaducori”, versione siciliana (messinese) liberamente ispirata a “Old Times” di Harold Pinter.
Del 2004 sono le pièce: “Prima dell'alba” sul rapporto padri/figli e sul valore della memoria e  “Magnolia” che intreccia una storia quasi personale al degrado ambientale e alla memoria storica della propria città. Ed inoltre “La maschera” di ispirazione kafkiana; “Quel dolce odore di zenzero” è il dramma di una ignara madre assassina. “Requiem for my mother” affronta il tema dell'identità nel rapporto madre – figlia quasi rifacendosi al mito greco, il senso della memoria, il legame con la terra d'origine e la radice del dolore  nei legami familiari. “Must you go?” affronta il tema della violenza da parte della società e della famiglia che subisce tale violenza. “Frida Kahlo – Io sono una donna d'acqua” di Venuti, tratto da “L'incantesimo di FK” di Kate Braverman. Trai premi e i riconoscimenti per la sua opera drammaturgica: Menzione speciale al “Premio Teatrale Nazionale Vallecorsi per il testo teatrale “Il ritorno di Leo”, 2004; II° Premio Teatrale Nazionale Vallecorsi; “M.lle C. - Madamoiselle Claudel”; Finalista e Segnalazione  al Premio Teatrale Nazionale “OLTREPAROLA” - 2008 “Caterina”, una storia di violenza e follia familiare  dai toni crudi e grotteschi che descrive una famiglia meridionale tra atavismi verghiani e degrado contemporaneo.

Francesco Cannizzaro
Contrabbassista/Compositore, inizia la sua avventura musicale sin da piccolo suonando il pianoforte in casa dei propri nonni. Da adolescente rimane affascinato dal  basso elettrico attraverso la musica di uno dei caposcuola di questo strumento: il genio di Jaco Pastorius. Affascinato da tale sonorità studia a Roma nei primi anni 80 insieme al M.stro Tony Armetta, e incomincia a suonare musica leggera, si ricorda il periodo trascorso con il cantautore Sergio Endrigo. Successivamente passa allo studio del Contrabbasso diplomandosi presso il Conservatorio di Musica F. Cilea sotto la guida del M.stro Enzo Baldessarro. Studia Musica Jazz insieme al M.stro Salvatore Bonafede e Contrabbasso con il M.stro Francois Rabbath presso i corsi della Berklee College of Music e i seminari Senesi. Dai primi anni 90  suona Jazz con i più quotati musicisti jazz siciliani e nazionali oltre che internazionali. Si ricorda il periodo in trasmissioni televisive  con Lino Patruno, Romano Mussolini, Michael Supnick, Kenny Wheeler, ecc.
Partecipazione a Festival: Festival del Jazz di Parigi, Brass group di Messina e Catania, Lesdeux Alpes diretto dal M.stroGazzani, Licata Jazz, Agricantus Palermo, Modica Jazz, AmsterdamMusik, ecc.
Discografia: Triacos, per l’ etichetta-  M.A.P- Record,  Jazz 4 tet 1996, Banda Bisanzio, Tout Musik, Meets jazz 4tet  e diverse altre partecipazioni come Freelance.
 
 
 
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