SABATO 28 OTTOBRE  2023 ore 21.00
Auditorium Scuola De Gasperi Via Reggio Campi II Tronco 164 Reggio Calabria

Di SławomirMrożek

Regia, ideazione luci e spazio scenico Roberto Zorn Bonaventura

Con Gianfranco Quero, Giulia De Luca, Francesco Natoli e Michelangelo Maria Zanghì

Costumi Cinzia Preitano

Maschere Nathalie Casaert

Aiuto regia Gabriele Crisafulli

Collaborazione Monia Alfieri e Martina Morabito

Locandina Riccardo Bonaventura

Produzione Nutrimenti Terrestri e Castello di Sancio

Attraverso il racconto paradossale della vicenda umana di tre naufraghi che si trovano ad affrontare il terribile problema della mancanza di viveri, Mrożek mette in scena l’aspetto assurdo e grottesco dell’esistenza.

La nuova regia di Roberto ZornBonaventura con la produzione di due formazioni messinesi tra le più interessanti e attive nella ricerca innovativa del panorama nazionale. In alto mare (Na pełnymmorzu), con Karol e Strip-Tease, fa parte di una trilogia di atti unici che Mrożek, celebre drammaturgo polacco, scrive nel 1961. L’azione di svolge in un atto e in un’unica scena.

Sinossi
Su una piccola zattera in alto al mare, tre eleganti naufraghi in abito scuro e camicia bianca, il grande, il medio e il piccolo, si scontrano e dibattono su chi dei tre debba essere mangiato per salvare gli altri due. Tra surreali logiche politiche e tragicomiche tensioni psicologiche, si arriverà a una scelta. Ma è la scelta giusta? Siamo davvero sicuri che questa sia l’umanità che vogliamo?
Sulla zattera si trova inoltre una valigia.

Note di regia
In alto mare è un testo feroce perché, attraverso la sua comicità surreale, e attraverso la metafora antica del naufragio come disgrazia che accomuna, ci restituisce residui di una umanità che si disumanizza istante dopo istante, cercando esplicitamente, sin dalla prima battuta, con logiche di prevaricazione e violenza, la vittima sacrificale che consenta ai due naufraghi che si nominano carnefici, una illusoria sopravvivenza che nella realtà è ancora un passo avanti verso la fine. Un testo che, a sessant’anni dalla sua uscita, è ancora clamorosamente attuale per i temi che pone: l’inconcludenza della politica, la falsità e l’opportunismo dei rapporti sociali, l’impossibilità di scappare da un mare metaforico che ci circonda, un mare che minaccia continuamente di inghiottirci. Un testo che ci ricorda crudelmente quanto siamo miseri e quanto avremmo potuto essere migliori. Lavorando con gli attori e i collaboratori, abbiamo trovato subito la nostra motivazione, quella necessaria per metterlo in scena: la continua devastazione del Teatro che, invece, nonostante i tentativi di assassinarlo, è sempre lì, che si rialza, zoppica e cammina. E indica la via.

Dicono dello spettacolo

“…Spettacolo molto attuale che pone sugli scudi i tre protagonisti, Francesco Natoli, Gianfranco
Quero e Michelangelo Maria Zanghì, bravissimi davvero, per i temi che pone, riguardanti
l’inconcludenza della politica, la falsità e l’opportunismo dei rapporti sociali, l’impossibilità di
scappare da un mare metaforico che ci circonda, un mare di m…. , che minaccia continuamente di
inghiottirci.” Gigi Giacobbe – Sipario.it

“…Gli spietati protagonisti si sfidano per la sopravvivenza, in una macabra pièce, atto unico del
drammaturgo polacco contemporaneo, che è parte di una trilogia, in scena in prima nazionale, con
la regia, l’ideazione luci e lo spazio scenico a cura di un magistrale Roberto ZornBonaventura.”
Tosi Siragusa – Tempostretto.it

“…E lì, al ritmo dell’umano carillon cui le contingenze hanno dato la carica, mentre posate e stoviglie
rumoreggiano suicide al cospetto dei famelici commensali, si apparecchia il banchetto feroce
dell’umanità.” Giusi Arimatea – Infomessina.it