VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2023 ore 21.00 | TEATRO ZANOTTI BIANCO

Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente da HEROIDES di OVIDIO e da improvvisazioni e scritture sceniche
Elaborazione drammaturgica e Regia Elena Bucci
collaborazione alla drammaturgia e sguardo Marco Sgrosso
con Giorgia Cocozza, Alessandra De Luca, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Anđelka Vulić
musiche originali dal vivo Giorgio Distante
disegno luci Loredana Oddone
cura del suono Franco Naddei
costumi Enzo Toma
assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri
tecnici di compagnia Alessandro Cardinale, Mario Daniele
Una Produzione Koreja in in collaborazione con Le Belle Bandiere

foto di Eduardo De Matteis

Una produzione multidisciplinare che riunisce teatro di prosa, canto, musica dal vivo; uno spettacolo di pregio interpretato da donne e diretto da una donna: Elena Bucci (Premio Hystrio e Premio Ubu per gli spettacoli da lei scritti, interpretati e diretti, Premio Ubu per l’interpretazione).

Ovidio immagina le eroine del mito intente a scrivere una lettera ai loro uomini, narrando di amore, abbandoni,tradimenti. Per la prima volta nella storia della letteratura siamo di fronte ad un romanzo epistolare dove le donne indirizzano il loro messaggio al silenzio e all’assenza dell’altro. La voce del poeta si intreccia alla loro per raccontare l’intero mito, ma anche per rivolgere una luce speciale e spesso ironica sul destino delle donne, sulle loro ingiuste sofferenze, sulle loro qualità spesso ignorate, disilluse, sprecate. Lo fa con l’ironia dell’intelligenza e della creazione, la stessa che ha sorretto molte donne nel loro cammino, la stessa che fa degli artisti creature senza sesso e identità, votate a creare e a reinterpretare le storie e i personaggi più diversi senza giudicare, ma cercando di comprendere. Seguendo il luminoso esempio di Ovidio che si fa medium di un coro spesso ammutolito dalla storia, diamo voce e corpo ad alcune eroine del mito, più o meno famose come Fillide, Enone, Arianna, Canace, Fedra e Medea, ma non solo. Lo spumeggiante gruppo di spose vestito dalla sapienza di Enzo Toma si è moltiplicato. Si sono fatte largo, tra un’improvvisazione e una rilettura dei testi del mito e delle tragedie, le Donne del coro: assomigliano molto alle donneche ci sono rimaste impresse dall’infanzia, quelle che ci hanno trasmesso i canti, le ninne nanne, quelle che ci hanno raccontato a modo loro il mondo. Sono ironiche e tragiche allo stesso tempo, proprio come è la vita, sono le nutrici, le corifee, le amiche, le sorelle, le madri, le nonne, le zie e commentano, partecipano, cadono in contraddizione, giudicano, si ricredono, si commuovono, cambiano. Si trasformano a tratti e a sorpresa nelle Donne del presente che, evocate da canzoni d’amore interpretate da artiste straordinarie, guardano con gli occhi di ora i destini delle eroine e delle donne, famose e non famose. Assommano in sétratti delle attrici, ma anche di donne delle quali hanno sentito o letto le storie. Rivivono attraverso ricordi, emozioni,gesti e parole la complessa relazione con il mondo maschile e raccontano di uomini che, di fronte alle rivoluzioni del loro ruolo, rispondono a volte con apertura e voglia di cambiare, a volte con indifferenza, a volte con violenza.

Pensando a questo tempo turbolento, alla molteplice e viva realtà di Koreja e a questo gruppo di sei attrici creative e autentiche, tutte guidate da un forte spirito di collaborazione e ascolto, ma anche tutte molto diverse tra loro, ho pensato ad un’opera strana e avvincente di Ovidio, nella quale potessimo immergerci con curiosità e libertà, misurandoci con quello sguardo verso il passato che ispira e illumina il presente nei momenti di cambiamento e trasformazione, sia che si tratti di un passato biografico che della cultura e della storia dell’umanità.  

Elena Bucci